Come si sviluppa la saggezza che conduce alla liberazione? È essa frutto di un singolo potente insight o invece il risultato condizionato del retto sforzo che la precede?
Gli antichi avevano pochi dubbi: la saggezza trascendente che conduce alla liberazione non può sorgere ex nihilo, nel deserto di una mente che non sia stata allenata alla dottrina e che non l’abbia fatta propria al punto che essa costituisce la modalità naturale del suo modus operandi. Lo sviluppo della saggezza obbedisce alla stessa legge di genesi dipendente che vale per qualunque altro fenomeno.
Tre sono i tipi di saggezza che devono venire gradualmente sviluppati sul cammino verso la visione penetrante che eradica i contaminanti:
- Śrutamayī prajñā/sutamayā paññā: saggezza che sorge dallo studio, letteralmente saggezza generata dall’udire. Essa si sviluppa studiando ed udendo il Dharma da insegnanti e persone qualificate e tuttavia lo studio è solo il primo passo. Possiamo infatti usare il termine “saggezza” in questo contesto solo se lo studio della dottrina giunge al punto in cui esso si evolve nello sviluppo della Retta Opinione, facendo sì che il praticante sviluppi quello che potremmo chiamare il “punto di vista del Dharma” in modo tale che esso diviene parte della tela di cui la mente è fatta.
- Cintāmayī prajñā/cintāmayā paññā: letteralmente “saggezza generata dal pensare o riflettere”. Il tipo di riflessione inteso qui, tuttavia, è molto diverso da ciò che è comunemente inteso. Esso implica in questo contesto che le azioni di corpo, parola e mente si conformano alla Retta Opinione già sviluppata in precedenza ed uno è in grado di applicare metodi di coltivazione della mente in modo appropriato, per esempio la contemplazione del respiro, la contemplazione del corpo, etc., sviluppando così un certo livello di calma che favorisce l’ulteriore potenziamento della Retta Opinione.
- Bhāvānamayī prajñā/bhāvanāmayā paññā: saggezza sorta dalla coltivazione. Il praticante che giunge a questo stadio è in grado di coltivare sincronicamente samādhi e contemplazione. Quindi, questo stadio implica la capacità di realizzare stati di assorbimento e dirigere poi la forza del samādhi verso la visione profonda delle tre caratteristiche e delle Quattro Nobili Verità. È lo stadio che immediatamente precede la vera e propria visione penetrante che fa di uno un Arya, ovverosia ciò che conduce al primo frutto (cammino degli śrāvaka) od alla prima bhūmi (cammino del Bodhisattva). Una volta che questo obiettivo eccelso sia raggiunto, non si usa più il termine “saggezza sorta dalla coltivazione”, ma il termine “cammino della visione”.
Bhikkhu Anālayo ha dedicato un articolo all’argomento ed alla connessione tra le tre saggezza e lo sviluppo della consapevolezza: