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Introduzione

Il Buddhismo è ormai in Occidente una realtà consolidata che si presenta in molte forme, con differenze a volte sostanziali nell’interpretazione, nella prassi, nelle consuetudini.

Questo risulta spesso fonte di confusione tra coloro che non hanno una conoscenza approfondita della materia.

In realtà, fin dalle sue origini il Buddhismo è stato una realtà dinamica e si è sviluppato in un paese, l’India, dove la diversità di opinioni era prassi ed il dibattito filosofico un’arte diffusa. Dopo la morte del Buddha, si sono ben presto sviluppate interpretazioni differenti del suo insegnamento che hanno portato ad un proliferare di scuole filosofiche e correnti che presentano una gamma assai vasta di interpretazioni a volte perfino conflittuali.

Anche quando il Buddhismo è approdato in Cina, la vivacità del dibattito si è mantenuta almeno fino all’epoca Tang, periodo di fioritura di quella che potremmo considerare una delle ultime grandi imprese filosofiche Buddhiste, ovvero la sistematizzazione della dottrina Huayen (Avataṃsaka) da parte del maestro Fa Zang.

Tuttavia, terminato questo lungo periodo di fermento filosofico, le scuole rimaste, eredi di quell’era, hanno cominciato a cristallizzarsi su posizioni sempre più definite e dogmatiche, in cui l’aderenza all’ortodossia – definita ovviamente in termini diversi a seconda della scuola – ha con il passare del tempo soffocato lo scambio d’idee ed il confronto con posizioni teoriche diverse.

In Occidente sembra si assista ad un riproporsi del settarismo in cui le varie versioni del Buddhismo sono cadute, con un’aderenza sempre più provinciale ad un’unica interpretazione. Non solo questo, ma sembra esserci anche la tendenza a proporre una versione sempre più semplificata del Dharma che non solo lascia molti punti oscuri, ma può persino generare erronee convinzioni in chi ascolta.

Un’altra caratteristica del Buddhismo moderno è la dicotomia che si è venuta a creare tra pratica e teoria, come se le due cose non avessero una reale connessione. Non è infrequente sentire qualcuno che dice che la pratica – e di solito con questo si intende la meditazione formale – dovrebbe avere la priorità sulla teoria.

Dimentichiamo che per gli antichi teorizzare era una forma di addestramento mentale che inevitabilmente è connesso con l’abilità di coltivare proprio quelle qualità mentali che sono essenziale al successo in campo spirituale. Questo è vero non solo per il Buddhismo. Possiamo prendere solo un paio di esempi al di fuori di questa tradizione, ossia lo Stoicismo in Occidente ed il Confucianesimo in Cina (una tradizione che tra l’altro presenta molte affinità con lo stoicismo). Per entrambe queste tradizioni filosofare era anche meditare, nel senso più ampio e profondo del termine.

Questo sito si propone di approfondire vari temi della dottrina, con lo scopo di ampliare ed approfondire la comprensione del Dharma ed applicare i risultati della propria riflessione alla pratica meditativa.

Sottolineo che esso non si rivolge ad assoluti principianti, ma presuppone una certa dimestichezza almeno con i concetti di base.

Dal 2022 vengono tenuti corsi tematici, di cui è possibile scaricare il materiale dai link che seguono, nella speranza che questo possa essere di una qualche utilità a chi ne fruisce.

Corsi

I corsi si susseguono in stagioni di circa tre mesi ciascuna, corrispondenti ai ritiri monastici estivo ed invernale.

Abbiamo cominciato con l’esplorare i trentasette fattori di illuminazione, per poi parlare dell’addestramento percettivo con l’aiuto del Girimānanda Sutta, a cui ha seguito un esame approfondito del Dhammacakkapavattana sutta, Il Discorso sulla Messa in Moto della Ruota del Dharma.

Dall’estate del 2023 nel corso di tre stagioni abbiamo esaminato in grande dettaglio la dottrina dell’origine dipendente.

L’evoluzione naturale di questo tema è l’investigazione del rapporto tra origine dipendente e vacuità. Il programma di questo nuovo corso è disponibile qui.

È possibile scaricare Power Point e documenti PDF dai link forniti.

Traduzioni

In questa pagina potete trovare alcune traduzioni di testi cinesi appartenenti a scuole e tradizioni diverse.

Confrontarsi con diverse tradizioni è un’opportunità per approfondire la propria comprensione del Dharma e chiarire concetti che possono apparire oscuri quando affrontati da una diversa angolatura.